Kiwanis Club del Sebino «da Monet a Warhol»

La rassegna propone 60 opere, tra olii, acquerelli e grafiche, provenienti dalla prestigiosa pinacoteca sudafricana, in grado di ripercorrere ben oltre un secolo di storia dell’arte internazionale, dalla metà del XIX secolo fino al secondo Novecento, attraverso i suoi maggiori interpreti, da Courbet a Corot, da Monet a Degas, da Rossetti a Millais, da Picasso a Bacon, da Lichtenstein a Warhol a molti altri.

Il racconto prende idealmente avvio dall’Ottocento inglese e da due opere di William Turner e prosegue con il dipinto di Alma-Tadema, “La morte del primogenito”, raffinata e malinconica scena ambientata in un oscuro e immaginifico Egitto, e con i lavori di due dei maggiori esponenti dei Preraffaelliti, John Everett Millais e Dante Gabriel Rossetti di cui viene esposto un capolavoro, “Regina cordium”, la regina di cuori, ovvero Elizabeth Siddal, con la quale il pittore visse un’intensa quanto sfortunata storia d’amore, conclusa con il probabile suicidio della donna.

 

La mostra continua con un’ampia sezione dedicata agli esiti della pittura di fine Ottocento e si apre con quei pittori che scelsero un nuovo approccio al vero in pittura, quali Jean-Baptiste Camille Corot, qui con un piccolo Paesaggio, Gustave Courbet con lo scorcio della scogliera normanna di Étretat e Jean-François Millet.

La generazione impressionista, introdotta da autori quali Eugéne Boudin e Johan Barthold Jongkind, viene rappresentata da Edgar Degas (Due ballerine), Claude Monet (Primavera) e Alfred Sisley.

Il percorso prosegue con alcuni protagonisti della scena post-impressionista: Paul Cézanne (I Bagnanti), Vincent Van Gogh (Ritratto di un uomo anziano), Pierre Bonnard, Edouard Vuillard.
Varcando la soglia del Novecento, s’incontrano le opere di due dei maestri più celebrati del secolo: Henri Matisse e Pablo Picasso che aprono alle nuove istanze dell’arte contemporanea, con Ossip Zadkine e altri.

Non mancano esponenti della seconda metà del secolo: i britannici Francis Bacon e Henry Moore, e i due protagonisti della pop art americana Robert Lichtenstein e Andy Warhol, di cui si presenta il trittico dedicato a Joseph Beuys.

Chiude idealmente la mostra, la sezione che indaga l’arte sviluppata in Sudafrica nel Novecento: in particolare si possono ammirare le opere di Maggie Laubser, una delle esponenti dell’espressionismo sudafricano e i lavori di Maude Sumner, Selby Mvusi e George Pemba, pittori dai forti interessi per il sociale che raccontano le tradizioni del paese, ma anche la vita urbana e la realtà dell’Apartheid.

L’esposizione consente al pubblico di scoprire l’affascinante storia della Johannesburg Art Gallery.
Principale protagonista della nascita e della formazione della collezione museale fu Lady Florence Phillips, moglie del magnate dell’industria mineraria Sir Lionel Phillips.
Donna dal grande fascino – come testimoniato dal ritratto esposto di Antonio Mancini – a sua volta collezionista, convinta che la sua città dovesse avere un museo d’arte, persuase il marito e alcuni magnati dell’industria a investire nel progetto.

Determinata a portare avanti la sua idea, Lady Phillips vende un diamante azzurro regalatole dal marito per acquistare i primi lavori.
Hugh Lane, altra grande personalità della scena culturale anglosassone, la aiuta nell’impresa, suggerendole possibili acquisizioni.
Sin dalla sua apertura il museo presenta una selezione di opere di straordinaria qualità e modernità, un nucleo arricchitosi poi negli anni grazie a nuove acquisizioni e donazioni.

Info:
Da Monet a Warhol. Capolavori della Johannesburg Art Gallery
Pinacoteva “Gianni Bellini” – 19 maggio – 3 settembre
Sarnico – Bergamo
Orari: giovedì e venerdì, dalle 16 alle 19;
sabato e domenica, dalle 10 alle 19
Biglietti: intero 12 euro, ridotto 10.

Per gentile concessione dell’amico Genise
https://www.cosasifa.com

Un piacevole dopo mostra

Dopo la mostra c’è stata una piacevole conviviale organizzata dal presidente Roberto Giorgi alla “Cascina Oglio” di Villongo-Sarnico via Fosio.
Stupendi antipasti nostrani con melone, pappardelle alle erbe, casoncelli alla maniera di “Giovanni” e poi Agnello al forno e manzo rosa. Gelato con peche caffè e ammazza caffé per concludere.

Oltre agli “storici” soci del club sono intervenuti una ventina di amici (molti ex Kiwaniani) che ci onorano sempre della loro presenza.

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